Prove di Libertà. La spiaggia oceanica e’una striscia dorata che vuol correre all’infinito. L’Isola del Fuoco e’ soprattutto lunga e guardando l’orizzonte immagino le coste del Portogallo dal lato opposto. Penso agli ultimi secoli ed agli uomini che hanno solcato questo Atlantico oceano con la stessa luce bianca accecante a brillare negli occhi. E’ curiosità e timore e speranza e desiderio e fuga e disperazione e ricongiunzione e brama. E’ Vita ed e’ Morte su vascelli/fuscelli e su titanici colossi d’acciaio. Sono Vichinghi che in sordina si prendono la briga di traversarlo per primi. E’ un Italiano ambizioso, ma sognatore quanto basta a renderlo simpatico, a toccare le terre aldilà ed a farne un evento mediatico rinascimentale. Poi sono gli avidi Britannici ed i grezzi Spagnoli, sono gli Uomini senza niente da perdere della flagellata ed antica Europa e sono i figli dell’Africa sradicati senza amore e ripiantati in una terra dove per crescere hanno lacrime salate e non dolce acqua. Ed in senso contrario sono partiti i figli del Nuovo Mondo, uomini di ogni colore ma in una sola identica verde divisa, a liberare il Vecchio dagli scempi e dalla follia dei loro padri. Mentre penso sto correndo e la Mela Grande, frutto e madre di queste traversate, oggi e’ lontana e la posso soltanto immaginare 50 miglia dietro di me. Correndo ho solo gabbiani ed oceano e dune di sabbia e conchiglie preistoriche giganti e tutti gli Uomini della Terra finiscono per non esistere e la Storia degli Uomini potrebbe essere solo un mio pensiero. Corro ed il mio unico legame fisico con la civiltà umana e’ il costume blu che indosso. Lo tolgo. Corro ancora. Non penso più. Sono un gabbiano.